Ciao e benvenuto in questo articolo, oggi ho il piacere di ospitare un guest post di un nostro lettore, Enrico Nunziati, il quale ci rivelerà in un articolo molto utile e particolareggiato, proprietà e caratteristiche dell’artiglio del diavolo, come usarlo e quali problemi può aiutarti a risolvere.
Dolori articolari e rimedi naturali
Il problema dei dolori articolari è un problema che in occidente colpisce circa il 45% della popolazione di terza età, con effetti sulla salute e sulla qualità della vita non secondari. Il principale trattamento é dato dall’ impiego di prodotti cortisonici i quali notoriamente hanno effetti secondari e controindicazioni anche gravi (ed esempio in caso di ulcera peptica, tubercolosi, psicosi, Herpes simplex). I cortisonici vengono inoltre indicati come causa di effetti collaterali importanti (intolleranza al glucosio, osteoporosi, acne)
Dal momento che una vera e propria risoluzione del problema risulta spesso difficile ciò implica che i trattamenti anti dolore abbiano anche un lungo periodo di trattamento. Vi è quindi la necessità di trovare un rimedio alternativo, preferibilmente naturale e con effetti secondari limitati che sia impiegabile anche per lunghi trattamenti.
La natura ci offre molte soluzioni, ad esempio Curcuma, Spirea, Bromelina, sono solo alcune sostanze naturali. La sostanza più interessante sembra però essere l’harpagoside, una sostanza estratta da una strana pianticella con un nome particolarmente intrigante: l’artiglio del diavolo.
Artiglio del diavolo: descrizione e caratteristiche
Aldilà del nome, che può generare strane fantasie sul suo impiego, l’artiglio del diavolo è una erba officinale proveniente dall’Africa del sud molto nota in ambito erboristico dal momento che, grazie alle sue note proprietà, alla sua sicurezza di impiego e alle controindicazioni praticamente inesistenti, viene utilizzata come rimedio naturale contro i dolori articolari e le infiammazioni.
L’artiglio del diavolo, il cui nome botanico è “Harpagophytum procumbens”, è una erbacea perenne che deve il suo nome ai frutti legnosi a forma di artigli aculei che rimangono “aggrappati” ai piccoli mammiferi. Il meccanismo di questi frutti probabilmente ha permesso alla pianta di diffondersi in buona parte dell’Africa del sud, tant’è che la sua diffusione in alcune aree viene associata a quella di certe piccole specie di mammiferi locali.
Appartiene alla famiglia Pedaliacee, famiglia di erbacee classificata come Dicotiledoni (Magnolipsida), classe a cui appartiene anche la magnolia, e ne è uno tra i principali generi.La pianta è piuttosto invasiva e la si può riconoscere, oltre che per il suo noto artiglio, per il suo fiore violaceo internamente striato di bianco che spesso tappezza i terreni aridi dei deserti del Kalahari e del nord Namib.
Le popolazioni di Boscimani e Himba impiegano tradizionalmente infusi di artiglio del diavolo per problemi di dolori, come antipiretico, e come decotto per rallentare le emorragie dovute ad incidenti di caccia o battaglia.
La sua importazione in Europa la si deve ai tedeschi, a seguito dell’invasione della Namibia a inizio del 1900, che lo impiegavano come digestivo dal momento che il sapore amaro che caratterizza il suo infuso é stato da sempre “associato” a proprietà digestive.
Successivamente é stata ravvisata e studiata anche un’azione antiinfiammatoria rendendo l’artiglio impiegabile anche in caso di dolori articolari, attività per la quale la pianta è divenuta poi famosa. L’ European Scientific Cooperative on Phytotherapy (ESCOP) suggerisce l’artiglio del diavolo nel trattamento del dolore dell’osteoatrite e dei dolori alla schiena, oltre che nei casi di carenza di appetito e dispepsia.
Tra gli impieghi certamente il più studiato è appunto relativamente ai dolori articolari e alla schiena. Svariati studi recenti confermano questo tipo di applicazione, oltre che nel trattamento di reumatismi cronici, tendiniti, osteoartrite e artrite. Dopo svariate peripezie e sperimentazioni l’artiglio del diavolo é stato incluso per la prima volta in una Farmacopea europea nel 1989, in quella francese.
Principi attivi: Glucosidi iridoidi e Harpagoside
La parte attiva impiegata, quella più ricca di principi attivi, è la radice secondaria che contiene la maggior quantità di glucosidi iridoidi di cui il principale è il già rammentato harpagoside. I glucosidi iridoidi hanno un meccanismo di azione attraverso il quale diminuiscono la sintesi delle prostaglandine, comportamento del tutto simile a quelli di farmaci antiinfiammatori.
I glucosidi diventano particolarmente efficaci a dosaggi di 15/20mg giornalieri. Un buon estratto di Artiglio del diavolo contiene circa il 2/3% di tali principi attivi, occorre quindi un prodotto di almeno 250mg per capsula per ottenere tale quantità di principio attivo da assumere almeno 3-4 volte al giorno. Per chi vuole saperne di più: http://www.rodiola.info/artiglio-del-diavolo.php
Non è tutto artiglio quel che si vede
A causa di un aumento delle richieste in tutto il mondo di Artiglio del diavolo, presumibilmente vengono impiegate anche altre parti della pianta, non solo la radice secondaria come sarebbe stato indicato dalle sperimentazioni. L’impiego delle altre parti della pianta, che notoriamente contengono una minore percentuale di glucosidi iridoidi, contribuisce comunque alla realizzazione di estratti con titolazione di principi attivi fissa.
Ciò significa che occorreranno maggiori quantità di pianta per ottenere la stessa quantità di principio attivo. Al momento l’estratto che può raggiungerne maggiori concentrazioni è l’“estratto secco” perchè questo tipo di estratto rende determinabile la quantità di principi attivi ottenibili.
Inoltre, sebbene la specie Harpagophytum procumbens contenga una quantità maggiore di principi attivi, talvolta viene impiegata anche la radice secondaria di un’ altra pianta tassionomicamente vicina all’artiglio del diavolo, l’ Harpagophytum zeyheri.
Il maggiore esportatore di Artiglio del diavolo è la Namibia, grazie anche ai rapporti commerciali instaurati con la Germania. Nel solo 2009 le esportazioni di Artiglio del diavolo hanno raggiunto gli 1,06 milioni di euro, cifra importante per l’economia locale.
Prodotti con artiglio del diavolo
Esistono molti prodotti con artiglio del diavolo, lo trovate in gocce, capsule, compresse e anche creme / gel, acquistabili sia in erboristeria che in farmacia.
Anche in internet si trovano molte offerte; in tal caso il consiglio è quello di acquistare “prodotti italiani” da siti sicuri, solo in questo modo sarete completamente tutelati. Il prodotto italiano infatti, per essere messo in commercio, necessita di tutta una serie di controlli burocratici che lo rendono sicuro e di libero acquisto senza ricetta medica.
Alcune Controindicazioni
Dato il sapore amaro l’assunzione di artiglio del diavolo per via interna è controindicata in soggetti affetti da gastrite o ulcera.
Sebbene non vi siano molti studi uno in particolare lo rende sconsigliato alle donne in gravidanza in quanto potrebbe avere un azione spasmogenica ed uterotonica a carico della muscolatura uterina.
L’artiglio del diavolo è una pianta sicura, tuttavia ci si deve attenere alle dosi consigliate dai produttori. Evitare sempre il fai da te.; in caso di stati fisiologici particolari o durante cure farmacologiche è sempre bene consultare un esperto prima dell’assunzione di prodotti con tale pianta.
Grazie per aver letto questo articolo, fammi sapere il tuo parere e ringrazio nuovamente Enrico per il suo contributo!
Un caro saluto da Aurora.